Lupo mannaro – [Carlo Lucarelli]

Ogni cattivo che si rispetti deve avere un contendente che gli dia la caccia senza sosta. In questa prima avventura della serie Grazie Negro scopriamo come a volte non ci sia il lieto fino, nonostante il massimo impegno della squadra dei buoni.

Fin da subito abbiamo ben chiaro che l’ingegner Velasco sia una persona orrenda. Come facciata ci presenta la sua veste da onesto cittadino, privo di qualsiasi ombra. Il suo vero aspetto però si rivela inquietante, soprattutto quando sbatte in faccia alla legge, impersonata dall’ispettore Romeo, che sono impotenti di fronte a lui. La sua caccia alle vittime è senza sosta, con una facilità venuta dell’esperienza. E il fatto che abbia così tanta esperienza nell’uccidere ci deve far rabbrividire.

Dal suo canto l’ispettore Romeo deve affrontare diversi colpi bassi, intrappolato in un’indagine che non gli dà sosta e con una serie di problemi personali e di salute che gli impediscono di trovare un attimo di respiro. Ci sentiamo sconsolati come lui nel trovarsi sempre la porta chiusa in faccia a ogni tentativo di incastrare l’assassino.

Nella storia fa capolino, quasi come un raggio di sole, Grazia Negro. Qui è una semplice assistente, che cerca di districarsi tra l’indagine difficile e la voglia di dimostrare quanto vale. Il suo rapporto con Romeo mette in mostra come la donna non voglia arrendersi, perché crede veramente in quello che sta facendo.

L’unica pecca del racconto è la lunghezza: troppo corto per riuscire a entrare più in sintonia con la squadra dei buoni. Riesce a far sviluppare solo l’odio verso il cattivo, su cui riversare tutte le proprio frustrazioni perché troppo sicuro di farla franca per i delitti atroci che commette.

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